La quarta rivoluzione industriale si sta realizzando, si chiama Industria 4.0. Ma che cos’è questa rivoluzione? In cosa consiste? Se mi consentite di farla breve posso riassumere in Digitalizzazione spinta e macchine che parlano tra di loro, ma è solo una forzatura, è molto, ma molto di più.
Se invece volete per forza una definizione, vi rimando a Wikipidia, ma in concreto ancora nessuno può esattamente definire questa rivoluzione perché ci siamo dentro, non è già passata per cui è possibile definire esattamente i contorni e gli autori/attori, si sta definendo giorno dopo giorno, automazione dopo automazione. Quello che è certo è che ci sarà sempre più bisogno di sicurezza, interconnessione e continuità, in una parola, infrastruttura.
Costruire la nuova rivoluzione industriale senza un’adeguata infrastruttura è come iniziare un progetto senza futuro. Provate ad immaginare cosa potrebbe succedere se, in un ipotetico prossimo futuro, le auto a guida autonoma colte da un virus iniziassero ad andare in senso di marcia inverso. Oppure provate ad immaginare quali conseguenze potrebbe avere un guasto hardware o un attacco hacker nell’area cloud a cui i robot usati nelle sale operatorie di un ospedale attingono per effettuare delicate operazioni chirurgiche.
E’ evidente che occorre una solida infrastruttura che non può essere quella usata anni fa, anche se certamente potrebbe funzionare, ma lascerebbe un numero elevato di “single point of failure” ovvero un numero elevato di possibili punti di vulnerabilità che comprometterebbero la sicurezza e la continuità di funzionamento di ciò di cui abbiamo sempre più bisogno: i servizi.
Smart Manufacturing, Realtà aumentata, Big Data, Stampa 3D, sistemi complessi che interagiscono continuamente con la produzione e con il mercato, Intelligenza Artificiale, sono una piccola parte dei termini e dei concetti che già sono entrati nel quotidiano eppure abbiamo ancora la sensazione di parlare di fantascienza. In realtà è proprio l’inizio della nuova era industriale, l’era dell’industria 4.0
Un imprenditore di una piccola o media azienda potrebbe essere portato a pensare che lui non ne sarà mai coinvolto, che sono tecnologie che lo riguardano solo marginalmente o non lo riguardano per niente, ma soprattutto sono tecnologie che possono permettersi solo la grande impresa dove esistono i budget per ricerca e sviluppo. Come biasimarlo? In effetti sono tecnologie molto costose che implicano uno sforzo formativo notevole. Ma siamo poi così sicuri che non esista una via di uscita anche per chi non è dotato di grandi budget e conoscenze tecniche approfondite?
Intanto iniziamo a definire questa infrastruttura. C’è sempre più bisogno di connessione, macchine che imparano da sole, ma che hanno bisogno di interfacciarsi con altre macchine simili per apprendere più velocemente. Quindi prima di tutto connettività, la velocità e l’ampiezza di banda sono la prima parte dell’infrastruttura necessaria. Applicazioni che generano servizi attivi 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno hanno bisogno di continuità, quindi per l’infrastruttura sono necessari ridondanza per l’alta disponibilità, e Disaster Recovery per evitare perdita di dati e quindi di competitività, non è più sufficiente l’alta affidabilità. Questa parte dell’infrastruttura si chiama “Cloud Computing”, ma è già stata sorpassata dal “Grid Computing”, un’infrastruttura di calcolo distribuito, utilizzata per l’elaborazione di grandi quantità di dati, mediante l’uso di una vasta quantità di risorse. Nel “Grid Computing” i sistemi permettono la condivisione coordinata di risorse all’interno di un’organizzazione virtuale. Insomma, innanzitutto la certezza dei dati, se vengono a mancare i dati la rivoluzione non può avere inizio, quindi come fornire questi “mattoni” essenziali?
La risposta all’infrastruttura necessaria è dunque maggiori connessioni e più veloci, capacità di calcolo e archiviazione a richiesta che devono essere immediatamente disponibili e senza soluzione di continuità. La grande azienda ha connettività abbondante nei centri specializzati di elaborazione dati denominati Data Center con i quali possono sopperire alle necessità di sviluppo dei nuovi servizi, ma sono molto costosi e necessitano di personale molto specializzato.
La piccola e media impresa è dunque spacciata? Beh, hanno una difficoltà maggiore a capire prima e ad adottare poi l’infrastruttura necessaria per le nuove tecnologie, ma con un piccolo sforzo è possibile anche per loro dotarsi della tecnologia abilitante per l’industria 4.0. Una parte di questa tecnologia si chiama Virtualizzazione. Per adottare la virtualizzazione occorre hardware specifico e soprattutto specifiche conoscenze e il mio progetto Office DataCenter, il cloud ibrido in ufficio, fornisce proprio queste specifiche caratteristiche. Le potete ottenere a prezzi assolutamente abbordabili e soprattutto assistenza e formazione del vostro personale per mezzo di consulenza online, accompagnandovi dolcemente ad entrare nella nuova era industriale senza scossoni e senza mai perdere vi vista il vostro business.
Vi invito a prendere visione dei filmati che ho preparato per descrivere il mio progetto Office DataCenter dedicato alle imprese con budget contenuti per iniziare ad entrare, con il minor sforzo possibile, nell’era dell’Industria 4.0.
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