Che cos’è un piano di Disaster Recovery?
Alla base di un piano di Disaster Recovery c’è la ridondanza.
I dati considerati importanti vengono ridondati (replicati) in un “sito secondario” o “sito di Disaster Recovery” geograficamente distante dal sito primario. In caso di un evento talmente disastroso da rendere inutilizzabili i sistemi informativi del sito primario (terremoto, inondazione, attacco terroristico, ecc.), è così possibile avviare le attività sul sito secondario nel più breve tempo e con la minima perdita di dati possibile.
Ecco quindi che, uno dei pregi tanto sbandierati del “Cloud Computing”, ovvero che si tratta di una soluzione poco costosa o addirittura gratuita, fa a pugni con la definizione di scalabilità (incrementare prestazioni e spazio di archiviazione) e sicurezza. La convinzione che il “Cloud Computing” significhi un basso costo se non addirittura “gratis”, deve essere smentita chiaramente.
Il costo reale
Tutti i datacenter che offrono servizi di Cloud Computing a costi irrisori, non sono certamente delle realtà che possono dare garanzie accettabili. Si tratta, come si usa dire, solo di uno specchietto per le allodole, giusto per attrarre il maggior numero di clienti possibile. Infatti per poter garantire scalabilità sia di spazio disco sia di capacità di calcolo oltre a sicurezza con archiviazione dati geograficamente distribuita, (le qualità principe del Cloud Computing) l’infrastruttura deve obbligatoriamente essere sempre sovradimensionata alle reali necessità del momento e addirittura deve essere replicata in luoghi geograficamente distanti tra loro. Questo dimensionamento costa molto.
Alcuni esempi di questo sono Microsoft ed Amazon che offrono i propri servizi, rispettivamente: Microsoft Azure e Amazon EC2. Questi servizi sono offerti a consumo in quanto i prezzi per un utilizzo H24 sono veramente elevati, ma sicuramente offrono una qualità di servizio così come ci si aspetta che debba essere. L’unico problema per chi volesse usufruire di questi servizi è che per rientrare dei costi, deve farne un utilizzo veramente intensivo e ciò è pensabile solo per strutture con migliaia di utenze tipiche delle grandi aziende. Un po’ come nell’industria dove si effettuano economie di scala con i grandi numeri nella produzione.